Il ruolo dell’autoconsapevolezza nella realizzazione di sé

L’importanza dell’autoconsapevolezza nella realizzazione di sé
e nella messa a fuoco del nostro scopo 

ArticoloAutoconsapevolezza“Sai chi sei? Capisci che cosa ti è successo? Vuoi vivere in questo modo?”

Una voce fuori campo, nel finale di puntata di una famosa serie televisiva, pronunciava questi interrogativi e, si sa, quando si vuole riflettere su se stessi, si trovano mille spunti che danno la possibilità di farlo…

E così, con queste domande che continuano a risuonarmi in testa, penso a quanto sia importante, per ognuno di noi, in momenti diversi della propria esistenza, mettere a fuoco lo scopo e la direzione che vogliamo far prendere alla nostra vita, sia essa personale che professionale… che poi tanto separate non sono!

Uno modello che ho sempre trovato utile, come riferimento nell’affrontare queste domande, è quello del cambiamento intenzionale di Boyatzis1, il cui sviluppo risale a quasi una ventina di anni fa (come passa il tempo!) alla sua collaborazione con David Kolb su uno studio riguardante la possibilità di migliorare le prestazioni personali attraverso la tecnica dell’apprendimento autodiretto.

Attraverso questo modello, non solo le persone riescono ad individuare accuratamente come e perché dovrebbero attuare dei miglioramenti, ma arrivano effettivamente a cambiare e a consolidare questo cambiamento nel tempo.

Il punto di partenza è capire qual è il nostro sé ideale. Dobbiamo avere chiara l’immagine di quello che vogliamo diventare, identificare cosa vogliamo dalla nostra vita per orientare il nostro cammino. Non è un compito facile riuscire a capire davvero la direzione che vogliamo far prendere alla nostra vita e, anche quando ci riusciamo, la strada da percorrere è lunga e tortuosa.

Per poter dar forma al percorso verso il nostro sé ideale è, infatti, necessario passare attraverso un altro momento di profonda riflessione per capire chi siamo ora: il nostro sé reale. Acquisire, quindi, quella consapevolezza della situazione attuale che stiamo vivendo e la cui definizione è ostacolata dall’immagine di noi stessi che, con il tempo, tendiamo a costruire e rafforzare, finendo per influenzare il nostro modo di percepire ciò che ci succede e alle volte addirittura distorcendolo. È qui che entra in gioco la nostra capacità di autoconsapevolezza: essere completamente presenti a noi stessi, in ciò che accade dentro di noi, nel corpo, nella mente, nel cuore e nello spirito, e di prestare completa attenzione a ciò che accade intorno a noi, considerando le persone, gli eventi, il contesto e il mondo che ci circonda.

Ci sono diversi modi per prenderne consapevolezza di sé, alcuni più informali come, ad esempio, parlare con un amico o essere aperto a cogliere i feedback che ci arrivano dell’esterno, altri più strutturati come, ad esempio, utilizzare strumenti di valutazione delle proprie competenze o intraprendere un percorso di coaching (a buon intenditor poche parole!).

Dal confronto fra sé reale e sé ideale è possibile individuare il livello di allineamento e identificare le aree non congruenti che rappresentano i nostri ambiti di miglioramento.

E se tutto questo vi sembra tanto, siamo ancora all’inizio! Se sviluppare consapevolezza è un traguardo importante nel tracciare la rotta verso il nostro futuro, è, infatti, necessario darne concretezza  attraverso un piano di azione specifico che ci porti a dettagliare i passi necessari a colmare il divario tra chi siamo e chi vogliamo essere.

E qui inizia davvero il nostro viaggio, in cui abbiamo la responsabilità di sperimentare e di mettere in pratica i cambiamenti desiderati, provando e riprovando nuovi comportamenti fino a farli diventare automatici. E come in ogni avventura, sarà importante avere accanto le persone giuste, con le quali costruire e mantenere strette relazioni di fiducia in grado di accompagnarci e sostenerci in questo difficile processo di cambiamento.

“Sai chi sei? Capisci che cosa ti è successo? Vuoi vivere in questo modo?”

Non ci sono risposte giuste o risposte sbagliate, ma solo il desiderio profondo di cercare la nostra strada, avendo la consapevolezza della  “magia” che potremmo sperimentare in questo viaggio!

Maddalena Soro

1 Boyatzis R., 2000, Developing Emotional Intelligence, in R. Boyatzis, C. Cherniss, Boyatzis, M. Elias, Developments in Emotional Intelligence, Jossey-Bass, San Francisco