Il manager-coach

Stimolare ed attivare consapevolezza, responsabilità e cambiamento:
questo e molto altro significa adottare la prospettiva del manager-coach!

Manager coachFormazione esperienziale per i coordinatori delle professioni sanitarie a seguito del riassetto organizzativo delle ULSS venete.

Muovere azioni coordinate e convergenti “remando tutti nella stessa direzione”, assumere maggiori responsabilità, avere il coraggio di correre rischi sono competenze importanti per ottenere risultati positivi in contesti complessi e fortemente sollecitati da pesanti riorganizzazioni.

Nel 2017, questo scenario è diventato realtà per tutta la sanità veneta, chiamata a rispondere ad un’imponente riforma che ha portato alla creazione dell’Azienda Zero e alla riunificazione delle singole unità locali che da 21 sono diventate 9. Una vera e propria rivoluzione finalizzata alla razionalizzazione della spesa sanitaria, salvaguardando la qualità dei servizi socio-sanitari.

Le persone con ruoli di coordinamento si sono attivate come manager del cambiamento per accompagnare i propri collaboratori e sostenerli di fronte a nuovi processi organizzativi. Questo passaggio ha richiesto la messa in campo non solo delle loro competenze tecniche e medico-specialistiche, ma soprattutto di un set di abilità trasversali necessarie a motivare e orientare le persone nella difficile transizione.

Per riuscire a far fronte e facilitare questo delicato momento, diverse ULSS venete hanno avviato specifici progetti di sviluppo delle competenze manageriali per oltre 200 persone.

L’obiettivo di queste attività formative, curate dal team 300GRAMMI, è sostenere e supportare i coordinatori delle professioni sanitarie nel loro complesso compito di guidare le loro squadre attraverso un processo di responsabilizzazione e di empowerment.

Le attività di formazione vengono monitorate attraverso la valutazione del gradimento e la verifica degli apprendimenti, inoltre al termine del corso e, a distanza di tempo, viene misurato il trasferimento delle conoscenze e competenze acquisite alla quotidianità lavorativa.

L’importanza di avviare adeguati processi di empowerment si deve all’esigenza di attivare e mobilitare tutte le energie delle persone nel perseguire obiettivi sfidanti, nel muoversi e agire senza punti di riferimento percorrendo sentieri non ancora tracciati e creandone di nuovi.

E ancora è funzionale, nelle organizzazioni che cambiano, allargare gli ambiti di responsabilità dei collaboratori, permettendo loro di esprimere al massimo il proprio potenziale, realizzandosi professionalmente e nel contempo generando valore per l’organizzazione per la quale lavorano.

Con quale approccio e su quali competenze focalizzare la formazione?

In questo specifico caso si è ritenuto utile prendere come riferimento principale le abilità del manager-coach. Secondo questo approccio, che richiama il concetto di allenatore, il coordinatore lavora su sé stesso e sul proprio modo di relazionarsi con i collaboratori, per imparare a liberare il potenziale personale e professionale di ogni membro del team.

Stimolare ed attivare consapevolezza, responsabilità e cambiamento può aiutare la persona e il gruppo ad uscire dal proprio modo di vedere le cose e, attraverso il confronto, riuscire a considerare nuove e alternative possibilità di azione.

Il coaching ci insegna un modello relazionale diverso dalle nostre abitudini culturali consolidate, spesso ancora molto orientate ad alimentare dinamiche di irrigidimento, conflitto e isolamento, nelle quali inevitabilmente si finisce per perdere di vista l’obiettivo comune.

Ecco alcuni comportamenti chiave riferiti alla competenza coach and mentor che possono essere applicati in ambito organizzativo:

-offrire feedback di riconoscimento o miglioramento oggettivi e onesti, piuttosto che restituire critiche o apprezzamenti soggettivi, al fine di creare consapevolezza attraverso un confronto maturo;

-creare una relazione di fiducia e reciprocità utile a costruire insieme all’altro nuove soluzioni e comportamenti;

-sostenere e focalizzare la conversazione verso la soluzione piuttosto che mantenerla orientata al problema;

-accogliere la diversità integrando le diverse prospettive, evitando di imporre le proprie soluzioni;

-utilizzare l’esperienza per facilitare l’apprendimento e l’orientamento al risultato.

Attraverso questo percorso formativo è possibile allenare in uno spazio protetto questi comportamenti, sfruttando il confronto aperto con il gruppo e il sostegno del formatore-coach. L’output finale è la messa a punto di un piano d’azione personale, che accompagni le persone  in un percorso di auto-miglioramento e di sviluppo fuori dall’aula.

Se vogliamo ottenere risultati diversi dobbiamo essere disposti ad agire diversamente, il che implica lo sbarazzarsi di “vecchie abitudini” che, parafrasando Ippocrate: “anche se cattive, turbano meno delle cose nuove e inconsuete. Tuttavia, talvolta è necessario cambiare, passando gradualmente alle cose inconsuete”.

Mascia Alberti

300GRAMMI