La DanzaMovimentoTerapia come approccio per sviluppare le competenze emotive ed accelerarne il processo di apprendimento

Cosa accadrebbe se, invece di lavorare esclusivamente sul piano cognitivo per sviluppare le tue competenze emotive, tu avessi la follia o la saggezza di danzarle?

LaDanzaMovimentoTerapia

Da diversi anni sentiamo parlare di Intelligenza Emotiva e di come il suo sviluppo possa assicurare il successo nel lavoro, così come nella vita privata. Se si digita il termine Intelligenza Emotiva su Google si possono trovare oltre 320.000 risultati. Con questo articolo non voglio parlarti in generale di che cos’è l’Intelligenza Emotiva, né di come si possano sviluppare le competenze ad essa legate, ma voglio raccontarti della possibilità di creare uno spazio esperienziale in cui poter esprimere, muovere e smuovere le competenze emotive attraverso l’utilizzo della DanzaMovimentoTerapia.

Questa metodologia è una delle modalità dell’arteterapia, ovvero di quella disciplina che ipotizza una possibilità di terapia, intesa come sviluppo personale, utilizzando le forme artistiche dell’espressione umana, dalla musica alla drammatizzazione, dalla pittura alla danza, e che può anche essere utilizzata come un percorso creativo di crescita personale, i cui principali strumenti sono il corpo, il movimento, l’espressione artistica e la relazione. In quest’ottica, la parola “terapia” non va ad intendere necessariamente il voler guarire qualcosa, individuare quello che è patologico o analizzare ciò che è disfunzionale, ma recupera il significato di promozione della salute, del benessere e della crescita personale.

Se stai pensando che la danza sia qualcosa di estraneo ai comportamenti organizzativi, pensa alla suggestiva Ka Mate, una delle forme più celebri di Haka, danza tipica del popolo Māori, messa in scena dagli All Blacks prima di ogni partita: questa danza è espressione di forza, autorevolezza, coraggio e determinazione che viene manifestata e rivolta ai propri avversari.

Ogni competenza emotiva ha una dimensione manifesta, rappresentata dai nostri comportamenti verbali e non verbali, e una più profonda, legata alle nostre motivazioni, ai valori, alla nostra identità. Lo sviluppo delle competenze emotive, che richiede un processo di apprendimento auto-diretto, coinvolge la persona in tutte le sue componenti, quella emotiva, cognitiva e comportamentale, e vede nella consapevolezza di sé il punto di partenza del processo di cambiamento e, quindi, di apprendimento. Parallelamente, attraverso il movimento, il ritmo e la musica, veicolati dalla DanzaMovimentoTerapia, si agisce sul corpo, sulla mente e sulle emozioni, e si valorizzano gli aspetti che fondano il senso dell’identità, dell’unità psico-corporea e della relazione con se stessi e con gli altri. Lavorando sinergicamente su questi diversi piani, tale metodologia libera uno straordinario potere di far esprimere emozioni molto intense e favorire cambiamenti che oltrepassano il livello fisico e cognitivo.

La DanzaMovimentoTerapia si dimostra un valido approccio metodologico a supporto della formazione manageriale e una tecnica esperienziale efficace per sostenere lo sviluppo e l’apprendimento delle competenze emotive in chiave metaforica: la finalità è quella di stimolare le persone a una riflessione su di sé e sui propri schemi comportamentali, cui far seguire una attività di autoapprendimento. L’utilizzo del corpo, del movimento e della musica sono “strumenti” potenti per favorire la sperimentazione metaforica delle competenze emotive, risultando al contempo straordinari veicoli per facilitarne la comprensione cognitiva e favorirne l’apprendimento. La DanzaMovimentoTerapia guida le persone nel focalizzare l’attenzione sulla consapevolezza delle singole parti del corpo, così come sulla consapevolezza delle singole competenze emotive, sulla padronanza e integrazione dei movimenti, così come sulla padronanza e integrazione delle diverse competenze, sull’interazione e sulla sinergia dei movimenti e dei ritmi propri e degli altri, così come sullo sviluppo delle competenze sociali e relazionali. Uno degli elementi chiave di questa esperienza, così come di tutte le attività legate alla formazione esperienziale, è la rielaborazione conseguente alla fase di movimento, che contribuisce a sviluppare il percorso che va dall’esperienza vissuta con il corpo e il movimento, alla riflessione su di sé e sulle proprie risposte comportamentali ed emotive, fino all’apprendimento concettuale, finalizzato a sviluppare una consapevolezza relativa alle proprie competenze emotive e ad offrire una chiave di lettura metaforica riconducibile alle proprie esperienze professionali, favorendo così una nuova apertura mentale e una diversa predisposizione al cambiamento.

Attraverso l’esperienza e la successiva osservazione del movimento di sé e dell’altro, la persona riscopre se stessa e le sue risonanze soggettive, che possono evocare immagini, sensazioni, emozioni in grado di costituire un acceleratore del processo di apprendimento. Relazionarsi con il proprio corpo e i suoi movimenti, con lo spazio intorno e con il ritmo che accompagna, può favorire la comprensione e la sperimentazione concreta di tutte componenti cognitive, emotive e relazionali che costituiscono l’essenza dell’esperienza individuale. In questa prospettiva, quindi, il movimento rappresenta simultaneamente contenuto e mezzo di apprendimento.

 

Cosa accadrebbe se, invece di lavorare esclusivamente sul piano cognitivo per sviluppare le tue competenze emotive, tu avessi la follia o la saggezza di danzarle?

Maddalena Soro

 

Osservare le relazioni e i gruppi è un po’ come guardare una danza. Ci sono ritmi, movimenti, tempi, chi conduce, chi viene condotto, chi si esprime liberamente e la coreografia. Se consideriamo l’interazione sociale come una danza, ci ricorderemo di prestare attenzione a tutto quello che va al dì là della conversazione: il movimento, lo specchiarsi nell’altro, il tono, l’intensità e le cadenze. Osserveremo le persone che partecipano alla danza e il modo in cui si mostrano. E presteremo attenzione al processo che avviene dentro di noi” .                                                                                                    (Boyatzis, La leaders