Il villaggio: il segreto del cuoco

Da ogni gruppo di persone si può ottenere davvero tanto se impariamo a riconoscere e valorizzare le qualità di ognuno.

 Ilvillaggio cuocoIn un ridente villaggio, in una landa a noi sconosciuta, gli abitanti del regno avevano incominciato a manifestare qualche preoccupazione per i comportamenti del Capo villaggio.

Uomo da sempre riconosciuto per il suo equilibrio e la totale dedizione al lavoro, negli ultimi mesi usava trascorrere inspiegabilmente molte ore in compagnia del Cuoco. Alcuni abitanti del villaggio raccontavano di averlo visto entrare nel laboratorio del Cuoco anche in piena notte, per uscirne solo alle prime luci dell’alba, con il volto pensieroso e lo sguardo assente.

Il laboratorio del Cuoco era una stanza piccola, ma luminosa. Al centro si trovava una vecchia tavola di legno e alle pareti erano appesi tutti gli strumenti del mestiere: casseruole e tegami, coltelli di tutte le forme e misure, e poi colini, mestoli e utensili per mondare e tagliare le verdure. In fondo alla stanza, una porticina rossa dava accesso ad un ampio giardino, nel quale il Cuoco coltivava ortaggi, spezie ed erbe aromatiche di ogni tipo.

Il Capo villaggio era fermamente convinto che il Cuoco serbasse un segreto: un ingrediente speciale e misterioso che rendeva i suoi piatti gustosi, profumati, ricchi di sfumature, ma sempre equilibrati nel sapore. Avendo viaggiato molto nella sua vita e visitato numerosi regni, anche in terre molto lontane, il Capo villaggio sapeva che quell’ingrediente era qualcosa di raro, probabilmente magico, anche se lo Sciamano, interrogato sulla questione, aveva fermamente negato questa possibilità. Tante pietanze aveva assaggiato, molti pasti consumato in luoghi diversi, e mai prima d’ora aveva assaggiato delle pietanze come quelle preparate dal Cuoco.

E così, il Capo villaggio passava ore e ore dentro quel laboratorio, seduto in uno sgabello traballante ad osservare scrupolosamente ogni attività del Cuoco. Quando egli usciva in giardino lo seguiva passo a passo e poi tornava a mettersi seduto, lì, su quello sgabello.

Aveva una precisa idea in mente! Se avesse scoperto quel segreto avrebbe potuto utilizzarlo per risolvere un problema che lo tormentava da sempre: riuscire ad armonizzare e integrare in modo equilibrato tutte le persone che lavoravano per lui.

Il Cuoco, divertito dalla curiosa presenza del Capo villaggio, gli sorrideva sornione continuando a negare l’esistenza di questo presunto ingrediente segreto.

Un giorno, guardando dritto negli occhi il suo pregiato ospite, il Cuoco gli rivolse la parola, dicendo: “Ancora non lo hai capito?”. A fronte dello sguardo perplesso del Capo villaggio, continuò: “il vero e unico segreto è la profonda comprensione della potenzialità di ogni singolo ingrediente” e gli spiegò che nel suo lavoro, non solo il dosaggio era importante, ma anche la scelta del giusto momento nel quale aggiungere ogni particolare ingrediente della ricetta, al fine di favorirne la massima espressione di sapore, profumo e colore. E concluse affermando: “non hai bisogno di un ingrediente in più, e tanto meno di un ingrediente magico. Hai già intorno a te tutto ciò che ti serve!”.

Da quel giorno il Capo villaggio non tornò più al laboratorio del Cuoco, e si impegnò a dedicare molta parte del suo tempo ad incontrare tutti i suoi collaboratori, a parlare con loro, ad ascoltarli profondamente e a lavorare per far emergere la bellezza e le qualità migliori, spesso nascoste, che ciascuno di essi possedeva.

Con pochi e semplici ingredienti si possono ottenere piatti speciali, basta saperli utilizzare nel modo migliore, così come da ogni gruppo di persone si può ottenere davvero tanto se impariamo a riconoscere e valorizzare le qualità di ognuno.

 

Francesca Chiara