Il villaggio: la storia di un Narratore

La storia di un narratore che ha smesso di ascoltare... prima di ritrovare la sua strada

 

TheVillage NarratoreIn realtà, nel mio villaggio di origine, che si trova in una landa a voi sconosciuta, gli abitanti mi hanno da sempre chiamato “Il Cantastorie”.

Tutto è cominciato per caso, tanti anni fa, quando ancora ero piccolo e la mia naturale loquacità era fonte di particolare divertimento per gli adulti che avevo attorno. Le loro attenzioni mi incuriosivano e, allo stesso tempo, mi stimolavano a manifestare sempre di più e sempre meglio questa mia qualità.

Con il passare degli anni ebbi modo di scoprire il valore di questa particolare abilità comunicativa: attraverso le mie narrazioni alcuni abitanti del villaggio riuscivano a comprendere meglio i contenuti dei documenti elaborati dal Legislatore, altri avevano la possibilità di conoscere le misteriose attività dello Sciamano, e i più giovani trovavano utili i miei racconti sulla storia del villaggio e di più facile assimilazione i saperi accumulati nel tempo dalla nostra comunità. E così questo diventò l’impiego con cui occupavo la maggior parte del tempo delle mie giornate e un’attività che all’interno del regno veniva riconosciuta per il suo valore sociale.

Alcuni mercanti ed esploratori, provenienti da luoghi lontani, erano passati di qua e poi avevano fatto ritorno alle loro terre raccontando l’incontro con un Narratore molto speciale, e così la mia fama si era diffusa anche al di fuori dei confini del regno.

Quanto erano incantevoli i miei racconti ed emozionanti le storie che narravo… così tanto che avevano creato una duplice dipendenza: da parte degli abitanti del villaggio, che si aspettavano da me sempre nuove e più stimolanti narrazioni, da parte mia, che dando risposte a tutti ottenevo in cambio la loro attenzione e la loro stima.

Durante una calda e afosa notte estiva, non riuscendo a prendere sonno, mi ritrovai a fissare il soffitto della mia stanza, fino a rendermi conto che a tenermi sveglio non era tanto l’insopportabile temperatura, quanto piuttosto un pensiero che, rimasto latente per chissà quanto tempo, ora stava chiaramente prendendo forma.

Avevo passato lunghi anni della mia esistenza a parlare, raccontare, spiegare, divulgare e avevo perso di vista qualcosa di estremamente prezioso per la mia persona: l’ascolto autentico dell’altro!

Ora ho cambiato villaggio, ho smesso di dare risposte e sto imparando a fare domande: adesso, in questo nuovo regno, mi chiamano Coach!

Dedicata a tutti i formatori e ad alcuni grandi coach, straordinarie persone, che ho avuto la fortuna di incontrare!

Francesca Chiara